mercoledì 18 novembre 2015

INTERVISTA A "LA SICILIA" PER LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO AD ENNA

INTERVISTA ALL’AVV. EUGENIO AMARADIO PER “LA SICILIA” IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DI "COSI MAI VISTI ..." AD ENNA


Avvocato, ci vuole narrare come è venuto a conoscenza dell’episodio storico da cui ha tratto il saggio
intitolato “La Rivolta di Castrogiovanni contro il Vescovo di Catania del 1627”?

La Città di Castrogiovanni, oggi Enna, si rivoltò nel 1627 contro il Vescovo di Catania Innocenzo Massimo. Questo episodio storico era sconosciuto ai più. Ne venni a conoscenza leggendo la Storia di Enna di Paolo Vetri che divulgai. Avendo anche appreso così che esisteva un coevo poemetto manoscritto in rima siciliana di tale Fra Gieronimo Pane e Vino e che questo documento era custodito presso la Biblioteca Comunale di Enna, ne ottenni copia, lo trascrissi e interpretai.
Seppi che il Vescovo Innocenzo era venuto a Castrogiovanni in visita pastorale  per la “correzione dei costumi” e che lo stesso aveva indetto una nuova inquisizione su tutti coloro i quali “s’havessero pratticato prima del suo sponsalizio stante detto Vescovo haver stabilito una gravosa pena pecuniaria” che molti non pagavano per cui “prendevano le moglie, stante gli huomini si ritiravano nelle campagne e le carceravano … con operando la Corte molte discolerie …” per cui il popolo si ribellò.    
Continuate le ricerche, cominciai a scrivere una esposizione sintetica dei fatti, con alcune note per inquadrare il periodo storico e con qualche riferimento anche agli effetti del Concilio di Trento sugli usi e costumi delle nostre popolazioni.
Il Maestro Bruno Caruso si entusiasmò della storia e realizzò una serie di magnifici disegni che trasformarono il mio scritto in un’opera d’arte. Così mi fu facile pubblicare nel 2006 il mio lavoro intitolandolo “La Ribellione di Castrogiovanni contro il Vescovo di Catania”. Tale opera venne apprezzata dal Prof. Giuseppe Giarrizzo della Facoltà di Lettere dell'Università di Catania che ne sollecitò la presentazione ai Benedettini. Tra i vari riconoscimenti non posso non citare una cortesissima nota del Prof. Adriano Prosperi della Normale di Pisa.

Poi, come è arrivato al romanzo storico relativo intitolato “Cosi mai visti né ‘ntisi nella Sicila del ‘600”?

Già allora, contestualmente alla stesura di quell'opera, mi proposi di allargare la trattazione dell'argomento alternando, a singoli episodi della stessa, la narrazione di un romanzo contenente un'esposizione di fatti e avvenimenti, il più delle volte verosimili e attinenti a quel periodo che ho intitolato “Cosi mai visti né ‘ntisi” traendolo da un verso del poemetto di Fra Gieronomo Pane e Vino di cui ho detto. Ho fatto poi interagire dei personaggi reali con altri tratti dai ricordi e dalle esperienze di una vita al fine di rendere allettante ai più la lettura e la conoscenza di un episodio storico che mi sembra possa rappresentare anche la nostra società contemporanea con tutti i suoi pregi e difetti.
Insieme al Vescovo, che aleggia sull’intero contesto, ho fatto rivivere gli uomini della sua corte e della sua guardia vescovile. Insieme ai Giurati e ai cittadini, ai nobili e ai popolani del tempo, ho fatto rinascere loro stessi e le loro famiglie con i loro problemi, amori e odi, le loro angustie, preoccupazioni e gioie.
Tante storie si intersecano: la ribellione fa da filo conduttore, ma poi se ne distinguono altre tra cui un amore contrastato e un omicidio con relative indagini, quasi un giallo.

Ho affrontato come tema conduttore soltanto la prima parte del mio saggio precedente e precisamente quella concernente la ribellione. Ho tralasciato invece la seconda parte relativa alla ripresa della lite tra Castrogiovanni e il Vescovo sino alla bolla del Papa Urbano VIII del 1632 che stabilì, riconoscendo le buone ragioni degli Ennesi, che la Città non dipendesse più dal Vescovo di Catania, ma passasse sotto la giurisdizione dell’Arcivescovo Metropolita di Monreale.

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